Finisce 1 a 1 l’esordio in Nations League per l’Italia.
Mancini evidentemente ispirato dalle convocazioni della Danimarca (che con i giocatori in sciopero si affida a semi professionisti) decide di schierare tutti insieme Zappacosta, Biraghi e Gagliardini.
La Polonia invece risponde con una formazione che sembra messa in campo da Zorro vista l’infinita di “z” presenti nei cognomi dei nostri avversari.
A provare a fare la partita è l’Italia che però ha le idee più chiare di Muntari in fase di impostazione. Passaggi sbagliati in serie e la Polonia deve solo aspettare il momento giusto per ripartire e colpire.
Il minuto buono è il 39 quando, sfruttando un errore in disimpegno, Zielinski entra anche oggi in modalità Ivan Drago siglando lo 0 a 1.
Nel secondo tempo il tema tattico è sempre quello, ma la reazione non arriva, Balotelli passeggia, Insigne sembra aver mandato il fratello scarso e Jorginho in nazionale sembra sentirsi poco brasiliano calando drasticamente la qualità.
Dentro prima Bonaventura, poi Belotti e infine quando ormai non resta solo che pregare Mancini non può far altro che mettere Chiesa che diventa la carta vincente, è lui a procurarsi il rigore che poi Jorginho segna siglando l’1-1 finale spiazzando Fabianski.
Finale spento, ma brillantemente ravvivato dai telecronisti RAI che ci hanno aggiornato live sugli spostamenti dei genitori di Mancini, omettendo di accertarsi del loro rientro a casa.
TOP:
Donnarumma: indiscrezione da Raiola, 100 milioni a parata. Zizo in gran forma questa sera.
Zielinski: in Rocky 4 alla fine Ivan Drago va al tappeto, lui no, sempre decisivo.
Chiesa: Don federico entra in campo ed è una benedizione. Corsa, tecnica e fisico che lo portano a guadagnarsi il rigore decisivo per il pareggio.
FLOP:
Balotelli: stasera più inguardabile dei suoi capelli.
Biraghi: abituato a grattugiare il Parmigiano in famiglia, grattugia nel finale la gamba di Kurzawa con tre cross consecutivi addosso al difensore.
Pellegrini: prestazione degna del suo cognome, girovaga per il campo senza meta.
Zappacosta: il nome contiene già un’indizio verso quello che dovrebbe essere il suo mestiere, Mancini non lo capisce e lo convoca da titolare.
di Kalinic, Borini e altri Supereroi