Io l’ho vista così: Milan-Venezia 2-0

Io l’ho vista così: Milan-Venezia 2-0

Quando si punta a qualcosa di importante, incontrare il Venezia a San Siro deve avere un solo esito: 3 punti. E 3 punti sono arrivati. Ma con tanta fa

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Quando si punta a qualcosa di importante, incontrare il Venezia a San Siro deve avere un solo esito: 3 punti. E 3 punti sono arrivati. Ma con tanta fatica, vuoi per le ormai croniche assenze, vuoi per il prevedibile calo di brillantezza di chi è costretto a giocare sempre, vuoi per le barricate a tripla mandata che gli avversari sono venuti a issare davanti al loro portiere.

Primo tempo a reti inviolate con i lagunari chiusi, chiusissimi nella loro trequarti dediti solo a soffocare qualsiasi nostra iniziativa e completamente incuranti della fase offensiva, che pure avrebbero potuto tentare di sviluppare trovandosi davanti una difesa assolutamente inedita composta da Kalulu, Gabbia, Romagnoli e Ballo Tourè. A fare le spese di questo atteggiamento rinunciatario è stato soprattutto Brahim Diaz che non ha, praticamente, toccato palla se non con rari guizzi che andavano a morire di fronte al costante raddoppio di marcatura degli avversari. A dire il vero la mancanza di spazi, e di centravanti, ha fatto soffrire, soprattutto all’inizio, tutta la nostra manovra, sempre in pieno controllo ma spesso ingolfata e quasi mai incisiva. Abbiamo dovuto aspettare il 24’ per portare il primo vero pericolo alla porta del Venezia, con un colpo di testa di Rebic da ottima posizione su corner di Tonali che è sfilato alto sulla traversa. Poi è stato Kalulu ad andare vicino al gol con un piattone destro fuori di poco, dopo un bello scambio con Ante al limite dell’area. Intorno alla mezz’ora si è acceso Leao che ha deciso di mettersi in proprio per provare a perforare il muro veneziano. Dopo una sua azione arrembante sulla sinistra conclusa con un cross radente, Florenzi non è riuscito ad anticipare Maempaa. Ancora il Bellodenonna ha messo al lato di testa su cross di Kalulu prima che loro, proprio nel minuto di recupero, ci spaventassero con un calcio d’angolo all’esito del quale Peretz non è, fortunatamente, arrivato a deviare in porta la spizzata di Forte.

Quando, al minuto 51, Brahim Diaz ha ciccato l’assist aereo di Rebic, sparando alto da ottima posizione, la paura di rivedere il fantasma della sindrome casalinga, che Dio solo sa quanti punti ci è costato l’anno scorso, si è fatta davvero concreta. Pioli, a quel punto, ha inserito tre titolari in un colpo solo facendo entrare Tomori al posto dell’ottimo Gabbia, ma soprattutto inserendo benzina sulle fasce con Theo Hernandez, che ha sostituito un volitivo Ballo Tourè, e Saelemaekers al posto di Florenzi. Il belga, in particolare, è parso subito particolarmente ispirato mettendo alle corde Molinaro, autore fino ad allora di una prova davvero gagliarda. Da una sua iniziativa al minuto 68 è, infatti, nato il gol del vantaggio: Alexis ha ricevuto da Tonali, si è accentrato e ha scaricato la palla su Bennacer, geniale nel vedere e premiare l’inserimento di Theo Hernandez sull’out opposto, con il francese altrettanto bravo nel mettere in mezzo la palla che Brahim ha spinto in rete con ferocia. Il meritatissimo vantaggio, a quel punto, ha avuto l’effetto che tutti prevedevamo, ossia quello del tappo dello champagne che, finalmente, saltava grazie anche agli spazi che, inevitabilmente, il Venezia è stato costretto a concederci.

Saelemaekers ha continuato a sprintare, dribblare e suggerire, Leao è tornato a strappare e puntare chiunque (quando eviterà certe amnesie diventerà un mostro totale), Brahim ha trovato finalmente campo per le sue accelerazioni e Theo, dopo esserci andato vicino con un bolide su punizione, ha iscritto il suo nome sul tabellino dei marcatori con un preciso diagonale su assist da campione del solito Saele. Il belga ha quindi provato a cercare gloria personale con un destro da fuori deviato in angolo dal portiere e, all’ultimo minuto, anche Maignan ha meritato il voto in pagella alzando sulla traversa la punizione di Aramu da distanza siderale.

Sinceramente di insufficienze non ne ho viste, forse solo Florenzi e Rebic hanno lasciato poco il segno all’interno di una prestazione comunque sufficiente, mentre una nota particolare la meritano indubbiamente Saelemaekers e Theo che hanno davvero cambiato la partita.

Torniamo temporaneamente in vetta. E continuiamo a meritarlo. Avanti così!

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