Cose turche: Milan-Atletico Madrid 1-2

Cose turche: Milan-Atletico Madrid 1-2

Così fa male. Fa male perché non ce lo meritavamo di perdere nel debutto a casa nostra. Fa male perché ci siamo fatti tremendamente male da soli. Ed

Full metal Rafa
E quindi uscimmo a riveder le stelle
La partita in una canzone: LAY DOWN SALLY (ERIC CLAPTON, 1977)

Così fa male. Fa male perché non ce lo meritavamo di perdere nel debutto a casa nostra. Fa male perché ci siamo fatti tremendamente male da soli. Ed infine fa male perché questo arbitro turco è sembrato così scemo da far sembrare quasi normale il suo connazionale, già abbastanza cretino, Calhanouglu.

Che dire cestiniamo subito questo tremendo epilogo quasi grottesco e teniamoci di buono le tante bellissime cose che hanno acceso San Siro fino a quando Kessie ha spaccato tutti i riflettori di San Siro con due interventi che sono costati il rosso.

Dunque le luci. Si parte alle 21 in punto con un San Siro che è carico come una molla, lo stadio si gode l’inno della Champions, che finalmente risuona a casa nostra dopo tanti sette lunghi anni, ed incita i ragazzi come sempre a volume altissimo. E poi loro i ragazzi.

Siamo veramente belli e scintillanti come nelle notti di Sacchi, Capello e Ancelotti. Il Milan mette alle corde l’Atletico e lo chiude nella sua metà campo facendolo girare a vuoto. Si esaltano soprattutto Diaz e Leao ma il gigante questa sera è il piccolo Bennacer che pressa e dipinge calcio.

Poi succede che Diaz si traveste in Rui Costa e lancia Rebic che si invola come Sheva contro il Real. E se l’epilogo è diverso è solo perché Oblak è molto forte ed apre l’alettone destro. La palla schizza in corner ma il gol è nell’aria, anzi nell’area. Dal corner seguente ancora Diaz scherza i difensori dell’Atletico e serve Leao il cui diagonale è preciso come un colpo da biliardo. Oblak non può nulla stavolta e siamo meritatamente in vantaggio.

Ed ecco dunque la sliding doors della partita e forse della nostra Champions. Kessie che si era fatto ammonire per un placcaggio ingenuo al 15’ entra in ritardo e pesta il piede di Llorente. Secondo giallo forse fiscale ma come dice Forrest Gump “stupido è chi stupido fa” e Kessie è stato decisamente stupido a prendersi una espulsione che ha drammaticamente rovesciato la partita, mettendo i compagni all’angolo del ring per tutto il resto della partita senza poter più attaccare a viso aperto un Atletico che sin lì era stato letteralmente messo sotto dal Milan di Pioli.

L’allenatore emiliano corre subito ai ripari e mette dentro Tonali per Rebic che nel frattempo voglioso di abbracciare l’arbitro turco aveva preso un giallo pericoloso.

La cosa incredibile è che se la reazione dell’Atletico tarda a venire, se non con qualche cross insidioso, avremmo persino la possibilità di andare al riposo col doppio vantaggio. È uno schema già visto a Marassi contro la Samp: lancio splendido di Maignan e fuga di Leao che sfrutta uno stop difettoso per volare in aria e regalare a San Siro una rovesciata degna del Divino Marco. La palla sbatte contro la traversa e torna in campo con il guardalinee che nel frattempo per non perdere il feeling con le stronzate arbitrali aveva sbandierato un fuorigioco inesistente.

Si va negli spogliatoi e sappiamo tutti già quello che ci attende nella ripresa. Un Atletico che invade la meta campo rossonera ed infatti così è. Simeone mette in campo tutta l’artiglieria a sua disposizione ed entrano Felix, De Paul, Griezmann mentre Pioli risponde con quel poco che stasera ha a disposizione. Dentro Giroud e Balo Toure per Diaz e Leao stremati ma premiati da un San Siro in piedi per la loro prestazione da incorniciare.

Prestazione da incorniciare però anche per altri attori non protagonisti un Tomori sempre reattivo e ruggente, Calabria e Saelemaeker instancabili e generosi come sempre nelle loro mille rincorse, Tonali e Bennacer insuperabili ed intelligenti anche a far rifiatare. Sorprende piacevolmente anche la diligenza difensiva di Theo molto attento dietro e sempre pronto a ripartire

I cambi rossoneri però non danno l’effetto sperato perché Giroud è in condizioni fisiche imbarazzanti e sembra terribilmente goffo quando servito da Theo in area non fa neanche un tentativo di tiro. Ballo Toure invece ogni azione sembra avere la palla avvelenata ed i suoi tocchi e rinvii portano alla mente atroci ricordi di tutto quello che abbiamo avuto sulla fascia sinistra negli ultimi anni prima di Theo.


Ci trasciniamo oltre l’ottantesimo ed ecco che il muro rossonero crolla. A dare l’ultimo colpo di piccone al minuto 84 è Griezmann che capitalizza un assist di testa. Rivedibile la marcatura di Romagnoli che da troppo spazio ad un giocatore che fino a pochi anni fa incantava l’Europa.

Mancano pochissimi minuti e siamo tutti stremati ma come c’è il cuore oltre l’ostacolo. Florenzi, entrato con Kalulu pochi minuti prima del pari degli spagnoli, sfiora addirittura due volte il vantaggio con un esterno destro che fa la barba al palo e con una conclusione da fuori area che impensierisce Oblak.

Sembra quasi fatta almeno per il pari, che suonerebbe comunque come una beffa vista la straordinaria resistenza rossonera, ma un finale alla Edgar Allan Poe ci attende. In una maledetta azione sulla nostra fascia destra Romagnoli rinvia malissimo e la palla finisce sui piedi di Lemar. Da qui un rimpallo senza senso che provoca una decisione senza senso. Il braccio di Kalulu, anche questo un gesto goffo, tocca sì la palla ma è plausibile che la stessa sia carambolata un attimo prima sul braccio sinistro di Lemar. A noi il dubbio, una quasi certezza, non lo toglie nessuno. Ma non la pensano così arbitro e VAR che sono sintonizzati su radio Cholo. La decisione non cambia, calcio di rigore e gol di Suarez.

Finisce così una battaglia ed una serata che ha visto dieci stoici ragazzi trasformarsi in valorosi guerrieri con una prova da Campioni. E finisce con una convinzione: al di là di quello che recita il risultato finale è vero quello che urla la curva sud all’Europa ad inizio partita. AC MILAN IS BACK.

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