Settembre fra Genio e malinconia

Settembre fra Genio e malinconia

È un po’ pazzo, questo settembre. Giada, è settembre! Oggi hai ripreso la scuola materna. Il cielo estivo lascia spazio alle prime nuvole autun

La mia prima volta
3 metri sopra il cielo
3 anni di Giada

È un po’ pazzo, questo settembre.

Giada, è settembre!
Oggi hai ripreso la scuola materna. Il cielo estivo lascia spazio alle prime nuvole autunnali. Gli alberi si vestono di foglie color rame.
Da poco sono iniziate le partite di Champions.

Il campionato è invece già iniziato da un mese. Perché il business ha completamente travolto anche i Mondiali di calcio – togliendo loro quel poco di fascino misto a gioiosa festa che faticosamente si era riusciti a mantenere.
Si giocheranno in Qatar, terra ricchissima e allo stesso tempo povera di diritti umani, in pieno inverno.

Settembre ci regala ancora giornate luminose fino alle 8 di sera! Cieli dai colori stupendi e clima mite.
Sempre settembre però, porta con sé tutta la malinconia dell’estate terminata.

È per altro un settembre che mai dimenticheremo.
«Lilibeth», la più famosa tifosa del West Ham, ci ha improvvisamente lasciati.
Roger Federer ha detto addio al tennis oggi stesso, a pochi giorni dal Volley iridato e a poche ore dalla sconfitta dell’Italbasket. Un misto di gioie e lacrime.
È un po’ pazzo, questo settembre.

Non a caso e il mese che ha dato i natali a uno sregolatissimo genio dal ciuffo ribelle, gli occhi scurissimi, come i tuoi, e due piedi meravigliosi – da cui si diramavano assist e giocate magiche.

Arrivava dalla Stella Rossa, club in cui hanno militato anche Miha, Prosinecki, Jugovic, Pancev, Stoikovic.
Me lo ricordo: non difendeva mai! Le urla di Capello si sentivano fino al terzo anello – ma con il pallone fra i piedi era una meraviglia: attaccante, mezzala, regista… Era un piacere farsi centoventi (120) km per vederlo. Pur correndo il rischio che fosse in giornata «no», ma appunto, la sua arte non aveva regole.


Pare che un giorno, dopo una sostituzione, disse ad Albertini: «Peccato; nel secondo tempo avrei giocato molto meglio grazie all’ombra degli spalti; nel primo tempo avevo il sole a sfavore».

Se il pallone potesse parlare, piangerebbe di nostalgia. Inutile dire che il gol più bello fu quello della notte di Atene, nel lontano 1994: Zubizarreta si vide scavalcare da una cometa.
Da Foggia a Parigi, passando per Genova e Porto. Dejan Savicevic ha sorpreso le difese avversarie col suo sinistro e, di fatto, anche quella del Milan in quel di Belgrado. Ma questa è un’altra storia.

Un giocoliere così non poteva che indossare la 10 sulle spalle. In merito a questo, noi milanisti abbiamo avuto la fortuna di sfatare il detto «di 10 ce ne è uno, e tutti gli altri son nessuno», dato che di 10 in campo ne avevamo due: il «Genio» e il «Divin Codino».
Ricordo ancora il dribbling di Capello alla domanda insidiosa dei giornalisti: «Se ho problemi io a gestire Baggio e Savicevic insieme? I problemi li avranno gli altri».


Settembre è da sempre ricco di “piedi magici”. La «diga umana», Marcellone Desailly. l’azzurro campione del mondo Simone Perrotta. L’indimenticabile Thiago Silva.
E poi i Palloni d’Oro: Ronaldo Luis Nazario da Lima e Luka Modric. E Francesco Totti, che avrebbe meritato più attenzioni da France Football.

Ti parlerò presto di tutti loro. Anche ottobre festeggia dei geni del rettangolo verde: Pelé, Maradona e Van Basten. Sarà un autunno riscaldato dalle scintille della magia.

grazie a uomini illuminati da un talento coltivato con dedizione, potrò dimostrati che folletti e maghi esistono davvero.

 

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